risposta alle accuse di un ambiente di lavoro tossico
La 27enne imprenditrice Matilda Djerf ha recentemente affrontato accuse relative a un presunto ambiente di lavoro tossico all’interno della sua azienda, Djerf Avenue. Le denunce sono emerse dopo un’inchiesta pubblicata da un’importante testata svedese, che ha rivelato testimonianze di attuali e passati dipendenti. Djerf ha scelto di affrontare le polemiche con un dettagliato post Instagram, nel quale ha espresso il suo rammarico per quanto accaduto.
le scuse e le soluzioni proposte
In un messaggio pubblicato sui social, Djerf ha dichiarato di sentirsi “genuinamente dispiaciuta” per chiunque si sia sentito ferito o deluso. Ha riportato che le difficoltà nella gestione dell’azienda sono emerse, in quanto non aveva esperienza pregressa nella leadership né nella costruzione di un’impresa. Questo processo, secondo le sue parole, è stato influenzato da stress e naivete. Ha riconosciuto i suoi errori e ha promesso di impegnarsi per diventare una leader e collega migliore.
iniziative per migliorare l’ambiente di lavoro
Djerf ha affermato che sono stati già effettuati alcuni cambiamenti significativi per migliorare la cultura lavorativa, tra cui:
- Assunzione di un team di gestione più esperto;
- di sondaggi anonimi mensili per raccogliere feedback;
- Coinvolgimento di uno psicologo organizzativo esterno;
- Assunzione di ulteriori professionisti delle risorse umane.
accuse gravi da parte dei dipendenti
Nonostante le scuse e le promesse di cambiamento, le accuse fatte da undici dipendenti, sia attuali che passati, rappresentano un quadro preoccupante. Questi hanno descritto un’atmosfera di “terrore psicologico”, affermando che le reazioni di Djerf influenzavano significativamente il loro umore e il lavoro quotidiano. Diversi testimoni hanno espresso che l’ambiente di lavoro era talmente oppressivo da causare episodi di ansia e lacrime.
testimonianze choc
Alcuni ex dipendenti hanno raccontato di incidenti in cui Djerf avrebbe esposto i membri del personale a frasi intimidatorie e insulti in pubblico. In aggiunta a ciò, è stata accusata di atti di body shaming, creando un contesto in cui i valori pubblicizzati dal brand sembravano contraddittori rispetto alla realtà del lavoro quotidiano.
lavoro per un futuro migliore
La direzione dell’azienda, rappresentata anche dal COO Pernilla Bonny, ha confermato che Djerf possiede un bagno privato, sostenendo non fosse un gesto discriminatorio, ma pensato per garantire il suo benessere. Questo approccio, sebbene controverso, è parte di un tentativo di miglioramento delle dinamiche interne.
Matilda Djerf ha concluso il suo messaggio ringraziando quanti hanno avuto conversazioni oneste e trasparenti con lei negli ultimi giorni, sottolineando il suo impegno nel rendere Djerf Avenue un luogo sicuro e inclusivo per tutti.