Kamala Harris ha ufficialmente concesso la vittoria al presidente eletto Donald Trump. Durante il suo discorso tenuto mercoledì presso l’Università Howard, sua alma mater, ha riconosciuto la sconfitta ma ha sottolineato con fermezza: “Non rinuncio alla lotta che è stata il motore di questa campagna”. Harris ha evocato temi di libertà, opportunità e uguaglianza, affermando che tale battaglia è fondamentale per i valori che rappresentano il meglio dell’America.
Possibilità di una nuova candidatura per Harris
Non esistono limiti al numero di volte che un candidato può partecipare alle elezioni presidenziali, pertanto Harris potrebbe avviare una nuova corsa se decidesse di farlo.
Nella storia americana, ci sono stati diversi candidati “perenni”, tra cui:
- Harold Stassen, ex governatore del Minnesota, che ha tentato la presidenza per ben nove volte tra il 1944 e il 1992.
- Lyndon LaRouche, che ha partecipato a otto elezioni consecutive dal 1976 al 2004, sia come candidato del Partito dei Lavoratori che come membro del Partito Democratico.
Possibile candidatura di Harris nel 2028
Con il discorso di concessione, è sorto il dubbio se Harris possa candidarsi nuovamente in future circostanze più favorevoli. Diversi osservatori ritengono improbabile una nuova candidatura per il 2028 e non si esclude la possibilità che possa astenersi dal cercare un ufficio pubblico in futuro.
La sua campagna si è svolta in un periodo eccezionale di 107 giorni, a seguito dell’uscita di Joe Biden dalla corsa. Sebbene Harris abbia ottenuto un significativo supporto in breve tempo, la sua campagna ha raccolto circa 1 miliardo di dollari entro ottobre, ma la difficoltà di attrarre un consenso più ampio ha ostacolato i suoi sforzi.
Persone in corsa per il 2028
Il 22° emendamento della Costituzione degli Stati Uniti limita la presidenza a due mandati, anche non consecutivi. Pertanto, i prossimi quattro anni rappresentano l’ultima opportunità per Trump di mantenere l’incarico di presidente. Le preoccupazioni riguardo alla sua possibilità di oltrepassare i confini del potere, simili a quanto accaduto durante l’insurrezione del 6 gennaio, non sono infondate.